Rivogliamo indietro “tutto e subito”, ridateci il camparino, il frizzantino, il gingerino, il birrino. Ridateci i locali della Roma lazzarona, i tristi papponi di via Veneto con le loro finte ragazzine, ridateci il Pippistrello, il Vampiro, i piacioni, i vitelloni, i culoni, le tettone e le gatte morte, ridateci quella dolce vita che non nuoceva neppure al più disastrato dei diabetici, tanto non era dolce. Ridateci i democristiani, i censori e la censura, l’hotel Raphael e le Botteghe Oscure, i preti e soprattutto i loro seminaristi, ridateci le monachelle, quelle di Monza, ma anche quelle di Cologno Monzese, ridateci le suore dal capellone bianco, ma anche i capelloni, ma non quelli dai capelli grigi o peggio ancora i calvi con il riportino. Ridateci il Charleston con i suoi camerieri compiacenti, le bottiglie di Cristal già stappate e le escort mai sbronze, ridateci i privé, ridateci l’Hollywood, Lele Mora, Corona e le sue coroncine, ridateci l’Armani privé, il Cavalli privé, il Trussardi, il Motta e il mottarello, il Gin Rosa e la Terrazza Martini. E già che ci siamo ridateci il Bolognese, la Cesarina, e l’Andrea, l’Augustea e l’Alfredo con le sue taglioline marmoree, ma allora ridateci anche la Bice, il Boeucc e il Girarrosto, il Baretto e il Jamaica, il Patuscino e l’HobbyOne!
Ridateci Gigi Rizzi e la Carrà con il suo TucaTuca e ridateci il Toqueville con le (presunte) troie russe e le Pr svalvolate.
Rivoglio indietro Roma e la Milano da bere! Con le sue bassezze e i suoi vizi! Con i suoi eccessi e le sue mancanze! Con la Banque altro che banche, quel claustrofobico caveau anni ’90 tutto divani, velluti e parvenu, ultime frattaglie dell’edonismo reganiano degli anni ’80, modelle rottamate, uomini della peggior finanza, palazzinari, evasori e figli di imprenditori già in odore di fallimento, fiumi di champagne e cuba libre, parlavano di barche, di auto, di Santa, di Curma, di Cortina e di cambiamento.
Mi manca un po’ quella loro voglia di cambiamento
